Fertilità Maschile

Gravidanza a 46 anni compiuti: è possibile?
Prof. Franco Fanciullacci
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È possibile una gravidanza a 46 anni compiuti? È possibile avere un figlio a 45 anni?

Prima di affrontare direttamente il problema e cercare di rispondere a questa domanda, cioè se sia possibile ottenere una gravidanza a 46 anni compiuti, è importante trattare il sistema riproduttivo femminile, in tutte le sue fasi e le sue sfaccettature.

Gli organi sessuali primari

Sono le due ovaie. Esse producono (nell’età fertile) le cellule germinali femminili (ovuli, ovociti) e gli ormoni sessuali femminili (estrogeni e progesterone), con le modalità che vedremo in seguito.

Estrogeni e progesterone sono responsabili (alla Pubertà) dello sviluppo di quelli che vengono chiamati organi sessuali secondari, che sono: le 2 tube di Falloppio che servono per il trasporto delle uova dalle ovaie all’utero; la vagina per la ricezione delle cellule germinali maschili (spermatozoi); l’utero che serve per la nutrizione e lo sviluppo dell’uovo fecondato (embrione) e le ghiandole mammarie (per la nutrizione del bambino dopo la nascita).

Caratteri sessuali secondari

Con questi termini si intende lo sviluppo dei seni, la distribuzione dei peli alle ascelle e al pube con il quadro tipicamente femminile e le proporzioni corporee di tipo femminile. Nonché il timbro di voce femminile, fatto da toni prevalentemente acuti. Lo sviluppo dei caratteri sessuali secondari è dovuto all’azione degli ormoni sessuali femminili, cioè estrogeni e progesterone. Questo sviluppo si completa durante la pubertà (fra i 10 e i 14 anni), quando le ovaie cominciano a rispondere allo stimolo delle gonadotropine dell’ipofisi anteriore.

Nella donna la ciclica produzione di uova comincia subito dopo la pubertà e continua fino alla menopausa (se non interrotta da gravidanza o da malattia). Ricordiamo anche che lo sviluppo degli organi sessuali secondari e dei caratteri sessuali secondari avviene per effetto degli ormoni sessuali femminili, e quindi avviene principalmente a partire dalla pubertà. Per cui, per poter rispondere alla domanda se è possibile una gravidanza a 46 anni compiuti è importante considerare il ruolo degli ormoni sessuali femminili.

E’ in occasione della pubertà che comincia la produzione di ormoni (estrogeni e progesterone), da parte delle ovaie, sotto l’influsso di ormoni di origine ipofisaria (dall’ipofisi anteriore precisamente), chiamati Gonadotropine ipofisarie (FSL e LH).

Ci è sembrato importante, prima di affrontare il tema della gravidanza a 46 anni compiuti, o anche a 45 anni, cercare di mettere un po’ d’ordine in questa materia, che appare abbastanza complessa anche per noi medici. Per l’anatomia dell’apparato genitale femminile si rimanda alla figura sotto, dove sono mostrati utero, ovaie e tube.

 

 

Organi sessuali pelvici nel ciclo mensile della donna adulta

Per rispondere alla domanda se è possibile una gravidanza a 46 anni compiuti, vediamo quindi come si comportano gli organi sessuali pelvici nella donna adulta, durante il ciclo mensile. La tuba uterina accoglie l’uovo emesso dall’ovaio all’atto dell’ovulazione; le contrazioni peristaltiche delle tuniche muscolari lisce della tuba trasportano l’uovo verso l’utero (con l’aiuto delle ciglia dell’epitelio ciliato della tuba stessa).

L’uovo degenera se non viene fecondato.

L’utero è costituito da una spessa tunica muscolare liscia (miometro), il quale è rivestito internamente da una mucosa specializzata, chiamata endometrio, che si modifica ciclicamente nel corso di ciascun ciclo mestruale.

Nell’endometrio riconosciamo una fase proliferativa, che corrisponde alla prima metà del ciclo mestruale, fino al 14° giorno circa dal momento della mestruazione. E’ in questo momento (circa) che l’endometrio è nelle condizioni ideali per accogliere l’ovulo fecondato, che si fonde con l’endometrio e con la parete stessa dell’utero (consigliamo la lettura dell’articolo Sintomi Post Transfer: il trasferimento di embrioni).

Dal 14° al 28° giorno l’endometrio è nella cosiddetta fase secretiva, cioè è abbondante e ipertrofico e si trova nelle condizioni ideali (anche da un punto di vista dell’afflusso sanguigno) per nutrire l’ovulo fecondato, ormai sotto forma di embrione (blastocisti – dopo qualche giorno dalla fecondazione). In caso di mancata fecondazione, l’endometrio viene eliminato con sangue e muco, con il flusso mestruale.

Infine fra gli organi sessuali secondaria va ricordata la vagina, che ha la funzione di accogliere le cellule germinali maschili e che è tappezzata da epitelio squamoso stratificato. E’ un organo dotato di grande elasticità e anch’essa si sviluppa per azione di estrogeni e progesterone.

I mutamenti negli organi sessuali

I mutamenti che periodicamente si producono negli organi sessuali secondari, durante il ciclo mensile della donna adulta, sono dovuti all’azione degli ormoni ovarici (estrogeni e progesterone). Quindi, in tema di gravidanza a 46 anni, è opportuno approfondire gli aspetti ormonali del ciclo mensile della donna adulta.

  • Gli estrogeni predominano nella prima metà del ciclo, dalla mestruazione al 14° giorno circa (quando avviene l’ovulazione – giorno più, giorno meno) e in questa fase l’endometrio si accresce progressivamente (fase proliferativa).
  • Il progesterone predomina nella seconda metà del ciclo (fase secretiva), insieme ad una certa quantità di estrogeni, quando l’endometrio è adatto all’eventuale insediamento dell’ ovulo fecondato che si trasforma in pochi giorni in embrione.

Al momento della mestruazione il livello di estrogeni e di progesterone crolla e l’endometrio viene eliminato dalla mestruazione stessa.

Ricordiamo che la produzione di ormoni femminili, estrogeni e progesterone avviene (da parte delle ovaie) sotto il controllo delle gonadotropine ipofisarie, così come la maturazione del/degli ovuli.

Ricapitolando: lo sviluppo degli organi sessuali secondari e dei caratteri sessuali secondari avviene per azione degli ormoni sessuali femminili estrogeni e progesterone, mentre questi ultimi, così come la maturazione degli ovuli, sono sotto il controllo delle gonadotropine ipofisarie FSH e LH.

Fra gli estrogeni il più importante è l’estradiolo, che si forma a partire dal testosterone per azione di un enzima detto Aromatasi. Il progesterone si forma invece dal pregnenolone, il quale si forma direttamente dalla molecola del colesterolo.

La gravidanza

Quando avviene una gravidanza il normale ciclo ovarico si arresta. Il cosiddetto Corpo Luteo (struttura che si forma all’interno dell’ovaio), dopo l’ovulazione produce progesterone, per effetto essenzialmente dell’LH ipofisario, e si accresce progressivamente.

Il corpo luteo continua a crescere giungendo ad occupare il 30% e perfino il 50% del volume ovarico.

La grande quantità di progesterone prodotta, che raggiunge il suo massimo 6 settimane dopo il concepimento e che comincia a ridursi a partire dal secondo mese (cessando la sua attività all’incirca al 4° mese), concorre a sostenere la gravidanza nei suoi primi stadi ed è essenziale per lo sviluppo della placenta.

La placenta è quella particolare struttura attraverso la quale il feto riceve il nutrimento dalla madre. Anche la placenta produce progesterone, gradualmente vicariando il Corpo Luteo.

Si tratta di quello che viene chiamato progesterone placentare, che assume il compito di mantenere la gravidanza (preparando anche le ghiandole mammarie alla lattazione). Tutte questi step fisiologici, dovuti all’azione  e alla interazione di ormoni, hanno particolare importanza nella donna non più giovane, che desideri una gravidanza. Cioè è intuitivo che una gravidanza a 46 anni compiuti o la possibilità di avere un figlio a 45 anni, dipendano da questi delicati meccanismi ormonali che possono (almeno in parte) essere compromessi.

Gravidanza a 46 anni compiuti

Questo termine vuole solo indicare una gravidanza in una donna in età avanzata. Parleremo in primo luogo delle primipare attempate, in quanto le difficoltà maggiori si incontrano (quando si parla di gravidanza a 46 anni compiuti o in età avanzata) in una donna che non ha mai avuto figli. Ma un discorso almeno in parte analogo può valere anche per le pluripare.

Partiamo dalla definizione: la primipara attempata identifica la donna in attesa del primo figlio che ha più di 35 anni. In realtà, dopo l’incremento dell’età fertile nella donna, tale definizione è superata. Ci sembra più corretto riferire il termine ad una donna che ha superato i 40 anni (anche in base a quanto riportato dalla Letteratura). Quindi dovendo parlare di gravidanza a 46 anni o anche 45, in realtà ci dobbiamo riferire a tutte le donne che hanno più di 40 anni.

Secondo quanto pubblicato dal Ministero della Salute (2016), negli ultimi 10 anni in Italia l’età media del primo parto si colloca a 32 anni. Si tratta di un primato europeo, che in qualche modo mette in luce il problema della denatalità nel nostro Paese e il fatto che il 20-25% delle coppie abbia difficoltà a procreare.

Negli altri paesi dell’Unione Europea le nuove mamme hanno un’età media significativamente più bassa. Fra l’altro noi deteniamo anche il tasso più elevato di donne che hanno il primo figlio dopo i 40 anni, con tutti i rischi del caso.

Infatti per la donna in cerca di una gravidanza, l’età conta. Però, anche se dobbiamo ricordare alle coppie di non sottovalutare il rischio di infertilità con l’avanzare dell’età, oggi le cosiddette primipare attempate in Italia corrono meno rischi rispetto al passato e hanno buone possibilità di rimanere incinta di figli sani, come dimostrano alcuni recenti studi.

Cerchiamo di approfondire, dunque, quali sono i reali rischi e i dati sulle primipare attempate in Italia (cioè donne che desiderano una gravidanza a 46 anni compiuti o comunque sopra i 40). Il discorso in genere viene fatto sulle primipare, in quanto le donne che hanno avuto altri figli si ritiene abbiano meno difficoltà, anche se gli eventuali rischi (v. dopo) valgono anche per loro.

E’ noto  che per una donna sia più difficile restare  incinta con l’avanzare dell’età: le possibilità dopo i 30 anni si abbassano, ma non del tutto e una gravidanza dopo i 40 anni non è più un fatto raro, come accade ad esempio in tutti i paesi occidentali.

Gli studi

A fare luce su alcuni falsi miti legati alle primipare tardive ci sono numerosi dati riportati in Letteratura, anche giornalistica (per lo meno dal giornalismo di informazione). Uno di questi autori è la sociologa e docente di psicologia Jean Twenge , che si è occupata a lungo dell’argomento. L’autrice ha voluto tranquillizzare le donne di età superiore a 30 anni vittime della cosiddetta psicosi dell’essere in ritardo per fare un figlio.

I suoi lavori svelano, infatti, come molte credenze riguardo i rischi e le possibilità di un insuccesso dopo i 30 anni si basino su dati tratti dai tempi antichi e non tengano conto delle mutate condizioni fisiche, sociali e di salute delle donne, nonché dei progressi della scienza, utili anche nei rimedi per l’infertilità (e nella sua prevenzione).

Rispetto ai quei tempi, oggi a 40 anni la donna vive una seconda giovinezza. Pertanto non è assurdo parlare di gravidanza a 46 anni compiuti!! Questa seconda giovinezza è supportata spesso dal raggiungimento di un’emancipazione lavorativa ed economica. Ed è anche aiutata dai processi biologici e dall’evoluzione, per cui ora la vita si è allungata e l’invecchiamento è più lento e più tardivo.

Oggi alcuni studi americani sembrano rassicurare sulla possibilità di una maternità dopo i 35 anni, tendenza che in Italia è quasi la normalità.

Quindi dobbiamo concludere che i problemi possono principalmente manifestarsi dopo i 40 anni, verso i 45 e i 46 anni.

Ad esempio, una ricerca citata anche dalla Twenge, riguardante un lavoro su circa 700 donne europee pubblicato nel 2004, rivela che facendo sesso almeno due volte alla settimana, l’ 82% delle donne tra i 35 e i 39 anni concepiva entro un anno.

Sempre Twenge porta alla luce un altro studio recente, quello che ha seguito 2.820 donne danesi che cercavano una gravidanza. I dati conclusivi rivelano  lievi differenze tra le donne di diverse età: il 78% delle donne tra i 35 e i 40 anni è rimasta incinta entro un anno, rispetto all’84% di coloro che avevano tra i 20 e i 34 anni.

Pur rassicurando  i lettori sul tutto sommato relativo rischio di infertilità dopo i 40 anni, questo non significa affermare che non esistano rischi di altra natura.

I rischi

Certamente l’aspetto  maggiormente influenzato dall’età della donna riguarda le possibili anomalie genetiche, in particolare la sindrome di Down nel nascituro.

Ma anche qui la differenza con mamme più giovani non è enorme e bisogna iniziare a preoccuparsi seriamente se si ricerca una gravidanza a 46 anni compiuti o oltre.

Vi è poi il rischio di aborti spontanei o parti prematuri che è maggiore in donne attempate.

Se la gravidanza avviene dopo i 35 anni dovremmo stare più attenti, soprattutto per quanto riguarda gli esami. Possiamo dire, dunque, che se l’amniocentesi intorno ai 25 – 30 anni è facoltativa, dopo i 40 anni è fortemente consigliata.

 

avere un figlio a 45 anni

Lo stile di vita

Per il resto una grande differenza risiede nello stile di vita, per cui le donne che desiderano avere un figlio a 45 anni (soprattutto se primipare) dovranno stare più attente alla loro salute in generale. Evitare lo stress e condurre una vita possibilmente tranquilla e protetta. Ma senza troppi timori, né per sé né per il feto.

Si deve anche ricordare che le delicate interazioni fra gonadotropine ipofisarie, estrogeni e progesterone ovarici che regolano la normale ovulazione e permettono il normale sviluppo dell’endometrio uterino, in modo da accogliere l’ovulo fecondato e permetterne lo sviluppo (fino a farlo diventare un embrione vero e proprio), possono venir meno o comunque essere alterate (almeno in parte) in una donna che cerchi una gravidanza a 46 anni compiuti. Da qui il mancato attecchimento dell’ovulo, con la possibilità di aborti spontanei.

Sappiamo che anche una corretta alimentazione può venire in aiuto anche di chi cerca un bambino. In particolare le donne che desiderano rimanere incinte dovrebbero consumare preferibilmente cibi di origine vegetale e ricchi di acidi grassi Omega 3 (e in parte Omega 6), carboidrati integrali e comunque a basso indice glicemico e cibi ricchi di ferro. Per l’importanza dell’alimentazione delle dieta nel favorire la gravidanza, rimando all’articolo “Gli integratori maschili per il concepimento“. Questo è soprattutto vero nella donna che cerchi una gravidanza a 46 anni compiuti.

Sia per gli uomini che per le donne, inoltre, sono importanti gli stili di vita, fin da giovani: alcool, obesità e fumo, uniti agli interferenti endocrini tipici dello smog di città e dell’inquinamento in generale, sono tra le principali cause di infertilità.

Si può avere un figlio a 45 anni?

Concludiamo questo articolo cercando di rispondere a questa domanda: sostanzialmente sì, se non è ancora arrivata la menopausa, ma si tratta di un eventualità non frequente.

Le percentuali di gravidanza nei vari lavori, anche a livello internazionale, indicano un valore pari al 5-6% che andrà scemando anno dopo anno per arrivare fino a zero intorno ai 50 anni.

Il motivo è spiegabile considerando la fisiologia: la cosiddetta “riserva ovarica” si esaurisce, cioè non si producono più ovuli da fecondare. Ogni essere umano di sesso femminile nasce con una riserva ovarica caratterizzata da 1-2 milioni di ovociti. L’organismo non è in grado di produrne altri.

Questi diminuiscono con il tempo. A 50 anni in media sono finiti ed arriva la menopausa. Chiaramente basta un unico ovulo per rimanere in stato interessante e quindi la possibilità non è esclusa al 100%. Senza contare che ogni paziente di sesso femminile è un caso a sé, ogni donna ha una fisiologia diversa e talune possono avere ancora una certa riserva ovarica, anche in età avanzata, ma si tratta comunque di casi rari.

In età avanzata inoltre si hanno anche maggiori probabilità di avere alterazioni ginecologiche che possono compromettere la fertilità, come per esempio dei fibromi uterini.

Dobbiamo concludere che la maggior parte delle donne che hanno avuto figli a 45 anni e oltre hanno fatto la fecondazione con ovo-donazione!

Diventare mamma a 45 anni: la salute degli ovociti

Così come il resto dell’organismo, anche i tuoi ovociti sono dunque invecchiati. Ciò comporta una loro minore qualità, con l’eventualità di difetti cromosomici. E’ il caso ad esempio della sindrome di Down, cui abbiamo accennato prima, ma non solo.

Il 30 % circa delle donne tra i 40 ed i 45 anni ha un aborto spontaneo quando arriva al concepimento, proprio perché tali gameti sono danneggiati. Tale percentuale sale oltre il 50% dopo i 45 anni. Senza contare che in questo periodo della vita inizia una cosiddetta età di mezzo (dal punto di vista di una eventuale gravidanza): l’ovulazione c’è, ma i follicoli possono essere vuoti o danneggiati irreparabilmente.

Avere un figlio a 45 anni o più

Essere incinta a questa età comporta diversi rischi, oltre quelli già enunciati:

  • Gravidanza extrauterina, pre-eclampsia;
  • Diabete gestazionale;
  • Parto pretermine;
  • Taglio Cesareo;
  • Basso peso alla nascita del bambino (ipo-sviluppo)

Se dopo sei mesi di tentativi non si è riusciti a concepire, è opportuno rivolgersi ad un Centro di PMA (procreazione medico assistita). Con i primi test di base (dosaggio di FSH e AMH ed ecografia con conteggio follicolare) lo specialista potrà avere già un’idea chiara della situazione. La soluzione potrebbe essere quella della fecondazione in vitro eterologa, ovvero con ovuli di una donatrice esterna alla coppia.

 

 

 

 

 

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